Birra Artigianale: il Futuro è “piccolo”?

birra artigianale italia

Sotto la soglia dei 2.000 ettolitri di produzione vive la maggior parte dei birrifici artigianali italiani, ma come vivono?

Dopo un percorso importante che la nostra redazione ha svolto presso molti di questi birrifici nel tentativo di “fare il punto” sul futuro, in questo numero proveremo a riportare quanto finora raccolto come osservazioni. Speriamo vi sia di orientamento, comunque utile.

Nonostante la calda stagione ci abbia ormai lasciati, il consumo della birra artigianale in Italia non sembra scendere gravosamente, come invece poteva accadere non molto tempo fa!

Due ci sembrano i motivi che spingono ad un maggior consumo, sempre più destagionalizzato, della birra: più di tre italiani su quattro la consumano prevalentemente a pasto e il loro consumo è orientato verso più tipi di birra.

La scelta di bere più birra, ed in maniera diversificata rispetto a prima, fa dei consumatori italiani una popolazione più attenta a sapori nuovi e più caratterizzati.

È così! La birra è definitivamente entrata nelle nostre abitudini alimentari, il fatto che i consumatori siano disposti a sperimentare il diverso nella proposta birraia presente sul mercato, apre scenari interessanti per tutti i produttori di birra.

Lo ricordo per dovere di cronaca: l’anno 2018 ha segnato un aumento del 3,2% dei consumi di birra, abbiamo prodotto più di 20 milioni di ettolitri di birre e tutto ciò è stato trainato da una importante diversificazione delle produzioni birraie, industriali ed artigianali.

Le birre speciali sono aumentate sul mercato del 115% negli ultimi 5 anni.

Una considerevole ed importante spinta verso questi cambiamenti è arrivata da tutti i birrifici artigianali. Hanno fatto un grande lavoro!

La crescita che registriamo nel nostro settore è dovuta ad una domanda di consumatori più maturi che hanno certamente incontrato il piacere di una birra artigianale e di birrai appassionati che, particolarmente nel loro territorio, hanno svolto un grande lavoro, comunque sopra le loro forze, enormemente utile alla crescita culturale dei consumi di birra.

E, come già detto, i nuovi consumi birrai in questo paese sono direttamente collegati e proporzionali alla crescita e al cambiamento dei nostri consumatori.

Quanto descritto sopra è, secondo noi, il quadrante delle tendenze nel quale guardare il futuro del micro-birrificio.

Molto è stato fatto, ma ancora molte sono le partite da giocare per il piccolo birrificio.

Nel prossimo futuro molte piccole ed entusiaste imprese artigianali si giocano il loro avvenire sul mercato.

In questa dimensione è difficile innovare, mantenere alta qualità nella produzione, affermare il proprio marchio, prendere decisioni, crescere nelle vendite.

Lo abbiamo appena detto, i consumatori disposti a bere un prodotto di qualità esistono, ma come raggiungerli?

I piccoli birrifici, è esperienza comune, posizionano la maggior parte della loro produzione nel loro territorio e attraverso le fiere, fuori da questi due canali le loro vendite sono ben poche ed occasionali.

Naturalmente stiamo escludendo i brewpub che destinano la loro produzione ai consumi interni.

I clienti del birrificio sono per lo più locali del territorio (o della regione) che propongono fra le loro specialità anche la birra artigianale.

Le fiere, pur essendone nate molte negli ultimi anni, rappresentano un’area di vendita incerta, spesso difficile da organizzare a bassi costi.

Insomma, il mercato “trovato” da questi birrifici risulta debole, difficile da sviluppare con i pochi mezzi di cui il birrificio dispone.

Ecco che le partite più importanti da giocare per il birrificio di queste dimensioni si devono orientare su come consolidare le sue vendite sul territorio, su come rendere più forte e conosciuto il suo marchio, sulla individuazione di nuovi spazi di domanda e, quindi, sulle soluzioni di posizionamento delle sue birre nel mercato locale.

E le fiere? Rappresentano un’occasione di consumi interessante per il birrificio, oltre che essere il luogo dove far degustare e promuovere le proprie birre, sono anche una risorsa di entrate, per meglio dire, una parte di fatturato fin troppo importante per chiudere i conti di fine anno.

Per alcuni l’unico mercato per scelta, è il caso di MRL, Birreria Artigianale Morlupese.

Abbiamo incontrato Antonio De Mattia a Fermento, Festival delle Birre Artigianali del Lazio.

morlupese

Ecco le sue parole: “MRL è un piccolo birrificio che ha una straordinaria produzione di birre caratterizzate. Ne produciamo dodici e le vendiamo esclusivamente nelle fiere in Italia. Ho investito su un truck che ho personalizzato e che ha una forte attrattiva sul pubblico, vendere solo nelle fiere è una scelta fin dall’inizio. Ho da tempo organizzato il mio calendario di appuntamenti e tutto funziona, vendo quanto produco e decido io quanto produco…”

Senza certezze di mercato il destino di molti birrifici artigianali corre così il rischio di essere piatto o barcollante.

Non basta la passione e produrre buone birre per avere un futuro, l’attività deve generare risorse economiche per innovare, investire nel marketing, sulla qualità dei prodotti e delle materie prime.

È necessario ripartire dai bisogni dei consumatori che, anche se appassionati o apprezzatori di una buona birra artigiana bevuta in fiera, devono poterla trovare per acquistarla, tenerla nel proprio frigo e consumarla con gli amici o in speciali occasioni.

I clienti del birrificio devono passare dall’esperienza di consumo occasionale alla scelta abitudinaria.

Se il mercato locale, il più prossimo al birrificio, non diviene un suo zoccolo duro di vendita, il birrificio sarà sempre costretto a cercare espedienti (prodotti di tendenza, prezzo, produzioni conto terzi, ecc..) spesso costosi e a rischio, per supportare la necessità di recuperare quel fatturato così incerto.

Le fiere locali dei birrifici potrebbero essere un primo passo per costruire alleanze fra i birrifici, fare sinergia con le rappresentanze locali come Enti e Associazioni che hanno a cuore lo sviluppo economico del territorio, coinvolgere le Associazioni di categoria e le rappresentanze del sistema distributivo.

Le fiere possono essere un primo passo per fare sistema nel proprio territorio e consolidare lo sviluppo dei birrifici.

Oggi la maggior parte delle fiere locali (feste della birra etc.) sono privatamente organizzate al solo fine di vendere birra al pubblico, non sono un riferimento per lo sviluppo e il posizionamento di birre artigianali sul mercato.

Mancano iniziative che attraggano i locali birrai, mancano i distributori, manca informazione sui birrifici, attività o iniziative di cultura birraia.

Tutti i birrifici artigianali hanno bisogno di un punto di riferimento nella propria regione e nel suo mercato.

Vi riporto alcune considerazioni di Silvia Amadei di Agrilab Birrificio Contadino.

agrilab

Ecco cosa ci ha detto: “la maggior parte della nostra produzione la vendiamo direttamente nel territorio, noi stessi organizziamo, durante l’inverno, eventi importanti dove proponiamo e vendiamo le nostre birre, ma partecipiamo ad almeno 4/5 fiere ogni anno. Sono per noi importanti, abbiamo tanti clienti e abbiamo bisogno di un forte ricambio, le fiere che partecipiamo sono per noi una vetrina per lo sviluppo commerciale, qui incontriamo nuovi potenziali clienti…”

Per trovare nuovi spazi competitivi è necessario unire le esperienze, lavorare insieme a partire dal territorio.

Le Fiere Regionali dei Birrifici Artigianali sono un punto di partenza.

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