Nel maggio 2015 è nata la prima birra trappista italiana.
Grazie al ritrovamento in una vecchia cantina di un’antica ricetta che ai monaci dell’Abbazia Tre Fontane di Roma, già noti per il Liquorificio Trappista nato nel 1873 all’interno del complesso abbaziale, è venuta l’idea di produrre birra, una birra che si avvale della loro antica sapienza e dedizione tanto da ottenere, dopo anni di intenso lavoro, il prestigioso marchio A.T.P., Authentic Trappist Product.
L’unica birra trappista italiana nasce nel cuore di Roma, nel luogo in cui sorge l’Abbazia delle Tre Fontane che deve il suo nome, secondo la tradizione, alle tre sorgenti miracolose nate dal contatto con la terra della testa dell’apostolo Paolo dopo la decapitazione.
La zona, la cui antica denominazione era Acque Salvie, in cui si erge il complesso abbaziale è ricca di piante di eucalipto, poste a dimora dai monaci per le loro proprietà antimalariche, e proprio in cambio della bonifica del comprensorio e della ristrutturazione degli edifici che ottennero un’enfiteusi perpetua nel 1868. Gli studi sulla pianta di eucalipto, che vanta ben 600 varietà, ne rivelarono le tante proprietà terapeutiche e balsamiche che portarono alla produzione, nel 1873, dell’Estratto di Eucalyptus, fiore all’occhiello dell’Antico Liquorificio Trappista dell’Abbazia delle Tre Fontane.
Ed è proprio l’eucalipto che rende speciale la birra trappista Tre Fontane, una speziatura inusuale per una trappista ma esaltante nel risultato: mentre l’aroma colpisce il naso, la sua dote balsamica pulisce e rinfresca il sapore.
Siamo di fronte ad una triple, prodotta utilizzando ingredienti selezionati con cura, senza uso alcuno di conservanti o coloranti, dal colore oro intenso con schiuma compatta color avorio; di una triple di impronta belga ha l’aroma complesso di malto unito a toni di erbe officinali, al naso sentori fruttati e subito il profumo di eucalipto. Al palato si avvertono le note di eucalipto, la sua dolcezza è bilanciata da un buon amaro derivante dai luppoli e la sua carbonatazione dona un finale secco che ben nasconde l’alto grado alcolico (8,5°). Una birra dal corpo medio ottimamente equilibrata, tanto da dare l’impressione di leggerezza, certamente di grande bevibilità nonostante l’elevato contenuto di alcool che aggiunge una sensazione di calore raffinato dai toni balsamici dell’eucalipto.
La prima birra trappista italiana è una birra in cui si nota la cura e la devozione con cui è stata prodotta dalle sapienti mani dei monaci trappisti.
E questo spirito e qualità sono stati accolti dai consumatori che, come abbiamo visto nelle pagine della rubrica locali, la scoprono e la degustano guidati dalle informazioni di bravi publicans. E per tutti i locali che hanno una buona proposta food la sanno consigliare in abbinamento a molte delle loro portate.
Ricordiamo che la Triple Tre Fontane è infatti birra che si presta a molti abbinamenti, ad esempio con pastasciutte condite con sughi importanti, densi e ristretti, con secondi di carni rosse brasate o in umido, con formaggi grassi e a pasta erborinata (io l’ho accompagnata al Roquefort e devo dire che è stata una goduria).
Il breve tour che abbiamo fatto in alcuni locali romani ci ha fatto capire che il pubblico è pronto ad accogliere con favore una birra che affonda le sue radici nella tradizione monastica più antica ma che sa proporre quel tanto di innovativo che oggi il consumatore desidera e cerca.
Merito dell’azienda G.S. Distribuzione Italia, esclusivista di Birra Tre Fontane, se oggi in tutto il Bel Paese è possibile gustare l’11a birra trappista nel mondo, la prima in Italia.