Birrificio War, a testa alta nel modo birraio!
Siamo in un periodo in cui i disagi derivati dalla pandemia ci hanno messo a confronto con aziende colpite economicamente e psicologicamente, non per il Birrificio War.
Non è il caso del Birrificio War che ha continuato la sua navigazione tenendo ben ferma
la sua barra sia di produzione che di posizionamento di mercato.
Il birrificio nasce nel 2017 per volontà di Francesco Radaelli, anni 33, appassionato fin dai tempi universitari di birra, che decide di dare una svolta all’azienda agraria appartenente da generazioni alla sua famiglia in località Cassina de’ Pecchi, fuori di Milano.
Sceglie un impianto Eco Brew Tech (5hl di sala cottura, oggi 14 fermentatori da 10,5 e 40 hl per una capacità produttiva di 250 hl al mese), aggiunge un’imbottigliatrice automatica e completa il suo impianto senza indugio con una lattinatrice automatica isobarica (CIME Careddu).
Ispirati da stili birrai abilmente rivisitati, in questo birrificio si punta alla qualità.
Fin dall’inizio ad animare la produzione di birre War è il mastro birraio Davide Gagliardi, mentre, interprete delle intuizioni di Francesco per vestire le birre, è Elisa Previtali, laureata al Politecnico di Milano e specializzata in web design, che fin dagli esordi ha dato vita alla immagine grafica del birrificio e dei suoi prodotti.
Francesco Radaelli parte dal profondo legame che ha ritrovato con la terra, le coltivazioni e l’ambiente; la storia della sua azienda agraria e la ristrutturazione di edifici del 1600 non rappresentano un mero corollario estetico all’opificio birraio: rappresentano quella cultura di appartenenza che anima l’idea, il progetto e il significato che le birre War vogliono esprimere per il pubblico che sta conquistando con soddisfazione.
È questo il punto di partenza della visionaria ispirazione di Francesco: la sua birra artigianale, per essere una eccellenza, deve raccontare una storia, fornire al consumatore un’emozione o, per meglio dire, un ambiente di emozioni che si aggiungono come valore indissolubile alla qualità del prodotto e al suo gusto.
Anche nel periodo di emergenza sanitaria il birrificio artigianale è cresciuto, ha puntato sulle lattine, molto apprezzate nella fascia di pubblico, dai 18 ai 40 anni, scelta dall’azienda come target preferenziale.
Le idee di Francesco sono molto chiare: insieme al suo staff si è concentrato sull’immagine del birrificio; la grafica dei suoi prodotti si propone sia con icone evocative fra storia e fantasy, sia con linee più essenziali, minimaliste, molto legate al mondo della comunicazione digitale. Lo scopo di questa accurata ricerca è semplice: una lattina War fra le mani deve creare un’attesa da parte del cliente, creare le premesse a una consumazione trendy!
Una scelta ben diversa da quella tradizionalmente fatta per la birra, ma perfettamente in linea con un pubblico sensibile alla comunicazione, figlio di Instagram, immerso in scelte e stili di vita che lo spingono ad un consumo emozionale.
L’attività di marketing del birrificio si orienta ovviamente sulla promozione “social”, su mirate campagne digitali ma anche su un’attività commerciale diretta sui luoghi di consumo più esclusivi per la loro selezione di birre.
War è un birrificio artigianale che insegue una straordinaria intuizione di Francesco: non basta produrre ottime birre ma è necessario aggiungere appeal al prodotto per conquistare mercato, sono le sue parole.
Nella realtà di un mercato dove si fa sempre più spazio un pubblico evoluto, esigente, selettivo ed attento, la vera sfida del birrificio artigianale per affermarsi è conquistare uno spazio non sgomitando inutilmente e strillando di essere il più buono, ma distinguendosi per la forte identità.
Voglio dire, per concludere, che in questo mondo artigianale dove sembra trovare spazio solo un dibattito concentrato su tecniche e qualità, talvolta presunta, dove convulse sperimentazioni e spasmodica innovazione sono vissute come soluzione per l’affermazione della birra artigianale sul mercato, la visione e l’operato del Birrificio War mi appare come una corretta lettura sul futuro sviluppo del birrificio artigianale.
ED ORA ALCUNE PRODUZIONE WAR!
Franco, una Keller Pils di 4,8% vol., colore tra paglierino e dorato chiaro, gusto prevalentemente maltato con un delicato finale amaro erbaceo.
Amen, American IPA di 5,5% vol., colore dorato chiaro e gusto prevalentemente amaro agrumato
Gioia con passion fruit, Blanche di 5% vol., colore paglierino, gusto prevalentemente dolce dato dalle spezie e dal passion fruit.
Miami 82, East Coast Lager di 5% vol, colore dorato chiaro e gusto bilanciato tra note dolci di frutta tropicale e finale amaro agrumato.
Rage, West Coast IPA di 7% vol., colore dorato leggermente opa- lescente, gusto amaro agrumato ma con una componente dolce da frutta tropicale.
Tutto Fatto, Double IPA di 8% vol., colore dorato con riflessi ambra, gusto prevalentemente amaro agrumato.
Mezzo Fatto, DDH Double IPA di 4% vol., colore dorato, gusto prevalentemente amaro agrumato.
Cookies, Ordinary Bitter di 4% vol, colore ambrato, gusto preva- lentemente biscottato e amaro.