La sfida del birrificio Lupulus, la cui denominazione è ispirata al nome scientifico del luppolo “Humulus lupulus“, è di sfruttare il potere del luppolo per infondere alle birre un tocco di modernità.
L’amarezza si trova, a diverse gradazioni, nelle sette birre che compongono la gamma Lupulus : bionda, scura, Hopera, Hibernatus, Organicus (BIO), bianca e Fructus.
La bionda Lupulus rimane la birra più prodotta, quella all’origine di tutta la gamma, da cui proviene la Lupulus Hopera. Si basa sul luppolo del nuovo mondo, proveniente dall’America e dall’Australia. Questo è ciò che la renderà molto fruttata nel naso e in bocca.
La produzione della Lupulus raggiunge ormai i 19.500 ettolitri all’anno, equivalenti a circa 6 milioni di bottiglie. Una crescita inaspettata rispetto al lancio del birrificio, dieci anni fa. Attualmente, due terzi della produzione sono destinati all’esportazione, con un Paese in cima alla lista : l’Italia.
Per Mathieu Close, Sales Manager, oltre ad avere dei buoni contatti locali, ha certamente contribuito anche il nome del birrificio: “Lupulus, ha un suono latino che probabilmente parla agli italiani. Il mercato belga è in seconda posizione. Siamo ben consolidati nella regione delle Ardenne e la birra sta lentamente raggiungendo il cuore dei nostri vicini fiamminghi, ma abbiamo ancora del lavoro da fare per diffondere la nostra notorietà a livello nazionale.”