Sono “reduce” da Il BonTà, l’evento annuale di Cremona Fiere dedicato al settore enogastronomico.
Quest’anno per la prima volta ha riservato un comparto specifico alle birre artigianali – battezzato Special Beer Expo. Con piacere ho colto l’invito a condurre alcune degustazioni e conferenze, che mi hanno peraltro dato l’occasione di conoscere nuovi birrifici e nuove birre. Ne cito qui alcune, nell’impossibilità di parlare di tutte.
Inizio dalla Rest In Pils, nata in casa BrewFist dal malto dell’agricoltore Carlo Eugenio Fiorani e portata in Fiera da Chocolat Cremona – a cui va una nota di merito per l’ottimo allestimento della sua “zona pub”. Una pils monomalto e monoluppolo sui generis grazie al luppolo sloveno Aurora (usato anche in dry hopping), che conferisce intense note erbacee, floreali e finanche balsamiche già all’olfatto, supportate da un corpo discretamente robusto in cui il cereale entra in forza con note di miele, e un finale di un amaro secco, erbaceo ed elegante. Proseguo con la Melita del birrificio Maspy, una lager ambrata al miele di tiglio, in cui è decisamente quest’ultimo a farla da padrone sia all’olfatto – insieme a note floreali – che nel corpo: per gli amanti del dolce, dato che la lieve luppolatura finale, pur presente, almeno per quella che è la mia percezione non è tale da eliminare la persistenza mielosa.
Ho ritrovato con piacere il birrificio Padus di cui ho provato la Stella Alpina, nata nel 2013 in occasione dell’adunata degli Alpini a Piacenza (la foto risale all’epoca) e ispirata appunto ai classici aromi alpini: trattasi infatti di una strong ale al ginepro, in cui la bacca spicca già al naso – unitamente a note sia maltate che erbacee, ugualmente intense ma nettamente distinte, che non si amalgamano -; e se al palato pare predominare la rosa di sapori caramellati, questi subito lasciano nuovamente spazio a toni amari, balsamici e nettamente secchi per il genere, a ricordare quasi certe grappe. Se l’intento era quello di ispirarsi ai sapori alpini, si può dire che è riuscito.
Da segnalare poi la Pirata Nero del birrificio Moncerà, una birra dal color mogano scuro anch’essa sui generis e alquanto originale, che al naso presenta note tra l’acidulo, il legnoso e il liquoroso che farebbero quasi pensare sia passata in botte: il birraio assicura di no, tutta una questione di malti, lieviti e spezie, che fanno quasi avvicinare questa birra ad un incrocio tra un barley wine ed una flemish red – ma che non mi spiegano l’acidulo. Anche volendo però fare i precisi affermando che la nota acida tecnicamente non dovrebbe esserci, in questo caso si tratta di una pecca felice, perché nel complesso, come si suol dire, “ci sta” – mentirei se dicessi che non si tratta di una birra armoniosa e gradevole a bersi: per cui beviamoci su senza troppi pensieri (se non quello del grado alcolico, visto che ne fa otto).
Come non citare inoltre la Perfect Circle di Crack, una ipa che è un tripudio di aromi e sapori che vanno dal pompelmo, al lime, all’ananas, alla papaya per chiudere dopo un corpo sufficientemente robusto da supportare la luppolatura – “in un cerchio perfetto”, come il nome stesso dice – su un persistente amaro fruttato e resinoso.
Da ultimo la novità di casa Legnone, la Primo taglio, una light hoppy ale: buona schiuma, naso agrumato e floreale, corpo leggero ma non annacquato, finale agrumato in cui lo styrian golding in monoluppolo aggiunge però un balsamico resinoso finale.
Chiudo con un ringraziamento a tutto lo staff del BonTà e agli espositori che hanno gentilmente fornito le birre e gli abbinamenti per le degustazioni, nonché a tutti i partecipanti agli incontri, sempre molto interessati e pronti ad interagire.
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