GREEN PASS, FIPE: “RIPENSARE IL SISTEMA DEI CONTROLLI”

La Federazione ha chiesto al governo di pianificare un percorso per il superamento delle restrizioni, compresi i controlli certificati verdi.

“Stop ai controlli a tappeto del green pass a carico degli esercenti”. Questa è la proposta lanciata al governo da Fipe, la Federazione dei pubblici esercizi.

Ogni giorno i gestori dei locali sono costretti a controllare almeno 20 milioni di green pass. “Un’attività a tappeto – ha spiegato il vicepresidente vicario Aldo Cursano – che ha evidenti implicazioni organizzative e che oggi, con 51 milioni di italiani vaccinati o guariti, deve essere ripensata”.

“Uno squilibrio evidente tra costi e ricavi”, ha proseguito Cursano, soprattutto considerando che sono spese a carico di centinaia di migliaia di piccole imprese, che da due anni stanno combattendo contro una crisi economica che rischia di farle chiudere da un momento all’altro.

La Fipe ha quindi chiesto di introdurre sin da ora il sistema dei controlli a campione, partendo dal principio dell’autoresponsabilità da parte dei clienti.

Questo è il primo obiettivo richiesto dalle imprese del settore che chiedono però un ulteriore passo avanti.

“Il green pass – ha continuato Cursano – è stato un efficace strumento di stimolo della campagna vaccinale, consentendo inoltre alle imprese di non chiudere, a differenza di quanto è successo nel 2020.

Oggi il 94% della popolazione over 12 ha fatto almeno una vaccinazione o è guarita e sono appena 2 milioni i cittadini non vaccinati per i quali non è in vigore l’obbligo vaccinale già introdotto per gli over 50”.

Per la Federazione bisogna quindi prendere atto che ad oggi il green pass ha raggiunto il massimo della sua efficacia e che sarebbe meglio pianificare al suo superamento, come sta avvenendo in molti Paesi europei.

“Se poi la comunità scientifica – ha concluso Cursano – dovesse giudicare necessario aumentare ulteriormente la copertura vaccinale nella popolazione oltre il livello oggi raggiunto, allora chiediamo alla politica di assumersi le proprie responsabilità disponendo l’obbligo vaccinale anche per gli under 50 maggiorenni.

In questo modo potremmo finalmente liberare i 51 milioni di italiani e le centinaia di migliaia di imprese che, ciascuno per la parte che gli compete, hanno agito con responsabilità adempiendo ai loro doveri”.

Lettera al governo: “nuova normalità significa autoresponsabilità”

”Ben lontani dal non voler contribuire alla soluzione dell’emergenza, anzi assumendoci le nostre responsabilità anche oltre le nostre forze, siamo però anche convinti che il nostro settore abbia già dato davvero molto.

In uno Stato democratico, è infatti fondamentale salvaguardare l’equilibrio tra utilità sociale delle misure di legge e le complicazioni che creano ai singoli cittadini e agli imprenditori.

È importante e costruttivo adattare le regole al miglioramento della situazione e, allo stesso tempo, lanciare segnali forti per far progredire il Paese oltre un perenne stato di eccezione, verso una dimensione di normalità.

E, nella normalità, gli imprenditori non fanno i controllori”. Così il presidente di Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani, in una lettera inviata ai ministri della Salute e dello Sviluppo economico, Roberto Speranza e Giancarlo Giorgetti.

Sul green pass, visto il miglioramento progressivo del quadro sanitario, bar e ristoranti chiedono una semplificazione, rimuovendo l’onere del controllo dei certificati.

I pubblici esercizi hanno sopportato negli ultimi due anni, ricorda FIpe-Confcommercio, “numerosissime e altalenanti misure restrittive dell’attività e hanno responsabilmente sostenuto l’introduzione del green pass presso le proprie imprese, favorendo in tal senso la promozione della campagna vaccinale.

Questa attività di controllo si è tradotta per le attività del settore in una serie corposa di oneri aggiuntivi in un quadro di crescente complessità: oltre 65 provvedimenti nazionali sono stati adottati da giugno ad oggi in merito alla regolamentazione dei flussi degli stranieri, alla durata dei vaccini, alla gestione dei guariti, alla validità delle dosi booster e varie eccezioni. Oggi questa complessità è ridondante”.

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