Nasce nel 2007 ed in questi dieci anni ha saputo rispondere alle nuove esigenze del pubblico fino all’ultima trasformazione in Brasserie.
Siamo a Monterotondo, in via dello Stadio 37/T, ed Antonio, il titolare, ci accoglie in un ambiente giovane e moderno, spigandoci subito perché “brasserie”. È un ristorante con vocazione alla braceria, lo dimostra il nostro assortimento di carni e il dry aging, frollatura, delle carni; da noi tutto è fatto in casa, dalla pasta fresca al pane dei nostri rinomati panini, ci spiega, ma la birra è altrettanto importante, ecco perché la voce “brasserie”.
Pensi, prosegue, che ogni mese scegliamo una nazione, le sue carni e relative ricette nel nostro Beef of the world e le abbiniamo a birre di quella nazione. Ci spieghi da quanto avete scelto la birra Tre Fontane che vedo dalle spine e soprattutto perché, chiediamo.
L’abbiamo fissa da un anno, ce l’ha presentata Gianluca Caporali della Doc Roma, risponde, l’abbiamo assaggiata, abbiamo visitato il birrificio, e per il nostro locale abbiamo capito che era perfetta. Si presta a molti abbinamenti con i nostri piatti, e poi è made in Italy, non è da poco offrire al cliente la prima birra trappista italiana, un prodotto esclusivo.
E il pubblico come l’ha vissuta? Incuriosito dalla novità, desideroso di assaggiarla, meravigliato del suo gusto, queste le prime reazioni; il nostro compito è stato “spiegarla” e saperla proporre. La formazione sulle modalità di servizio e sulla storia della birra Tre Fontane quanto ha inciso sulla vostra capacità di comunicazione al cliente? Moltissimo, anche perché la struttura delle Tre Fontane ci segue costantemente e contribuisce alla formazione del personale nuovo, molto più consapevole e motivato dopo la visita all’Abbazia.