IL BIRRIFICIO DEL FORTE LANCIA IL PROGETTO “LE RADICI”

birrificio del forte

Obiettivo: sondare i territori di contaminazione tra birra e vino. L’avvio del percorso prevede il lancio di due nuove etichette: “Il Tralcio” e “Birrasanta”

Alla (ri)conquista del passato! Dopo sette anni dalla sua nascita, a Pietrasanta (Lucca) nel 2011, dalla voglia di ricerca del birraio Francesco Mancini, il Birrificio del Forte vara una nuova iniziativa, tesa alla fusione tra il percorso propriamente ed esclusivamente brassicolo svolto finora (organicamente all’interno del movimento artigianale italiano) e quelle tradizioni territoriali che, in Toscana e nel Paese, costituiscono il substrato di coltura di qualsiasi esperienza condotta sul fronte della produzioni alcoliche: tradizioni legate inscindibilmente ai saperi e alle competenze di matrice vitivinicola. Per questo il progetto è stato battezzato LE RADICI: e per questo, a fronte della consapevolezza di quanto quelle radici siano profonde e ramificate, nasce intanto con il varo di due etichette, chiamate però a essere le apripista di una gamma destinata in futuro ad ampliarsi.

IL SENSO DE “LE RADICI”

Si tratta dunque di una strada diversa, da quella seguita per adesso dal Forte e incardinata attorno al legame con le tipologie dei repertori classici; una strada, tuttavia, non del tutto divergente da quella storica, bensì parallela. Perché anche lungo la nuova rotta rimarranno fermi quei principi che il birrificio ha sempre tenuto come propri punti di riferimento: quelli concernenti la ricerca, nel bicchiere, di una solida sobrietà organolettica; e di una facilità nella beva da ottenere attraverso l’equilibrio sensoriale, scegliendo di continuare a navigare distante da estremizzazioni concettuali e gustolfattive. I prodotti “di lancio”, entrambi pensati per una commercializzazione nel formato esclusivo della bottiglia, sono come detto due: una Italian Grape Ale, chiamata IL TRALCIO; e un nuovo ed originale concetto di birra declinato in salsa toscana, per il quale è stato scelto in nome di BIRRASANTA. La linea de LE RADICI è caratterizzata da un design specifico e ricercato, distinto da quello che identifica le referenze fisse e stagionali del marchio versiliese.

birrificio del forte il tralcio

IL TRALCIO

Elemento cardine della stessa etichetta, il tralcio allude tanto alla vite quanto al luppolo, a significare appunto l’incontro tra due mondi, ma intende evocare anche l’immagine di uno sviluppo continuativo, di una ricerca permanente come senso profondo dell’idea di futuro. In etichetta sarà riportato l’anno di imbottigliamento, giacché si tratta di un prodotto millesimato: una Italian Grape Ale ottenuta incorporando al mosto base di malto d’orzo un mosto di uve da vino, per poi sottoporre il tutto a una fermentazione mista mediante inoculo di lievito da birra affiancato da un ceppo enologico. Quest’ultimo viene utilizzato anche per un’ulteriore rifermentazione in vetro: e alla fine della propria gestazione IL TRALCIO raggiunge una gradazione pari al 10,2% in volume, presentandosi con effervescenze particolarmente vivaci, in virtù appunto della presa di carbonazione in bottiglia.
…alla degustazione
Corredo genetico per propria natura ibrido, questa birra dichiara, con pari grado d’intensità e di dignità, i propri ascendenti tanto birrari quanto vinicoli. In mescita nel flûte (bicchiere qui consigliato, come in genere per le bollicine) rivela un caldo color granato, guarnita da schiuma fine e persistente, tinteggiata di rosa pallido, bordata da unghie coralline. Un coronamento che assottigliandosi, disegna un arco olfattivo in cui coabitano fresche sensazioni floreali (ibisco, erica); tonalità fruttate di timbro boschivo (ciliegia, ribes rosso), maturo (banana) e a guscio (mandorla); meditative speziature (ginepro, noce moscata); sottili terrosità (radice di liquirizia). Quanto all’assaggio, riesce scorrevole, in virtù di un corpo volutamente leggero e a dispetto dell’energica gradazione alcolica: i cui calori, pur percettibili, trovano un efficace bilanciamento nel combinato di acidità ed effervescenza e nel finale di bocca, pulito e secco.
birrificio del forte birra santa

BIRRASANTA

Birra nell’animo, vin santo nello spirito. Così si può sintetizzare il temperamento sensoriale di questo anello di congiunzione tra due nobili tradizioni produttive. Questa birra, personalizzata in senso enologico, ricalca in parte le orme: tanto in fase di lavorazione, quanto in termini di profilo sensoriale del più noto tra i vini toscani da dessert. Partendo da una materia prima integralmente brassicola, senza utilizzo di ingredienti vitivinicoli, a garantire la duplice impronta è il processo. La BIRRASANTA nasce quindi da un mosto di malto d’orzo fermentato in una prima fase in tino, successivamente trasferito in botticelle, già utilizzate più volte per la produzione appunto di vin santo e contenenti la fondamentale presenza della “madre”, ovvero quella coltura di microorganismi grazie ai quali si svolge un affinamento ulteriormente fermentativo, la cui spiccata resistenza alla concentrazione alcolica conduce al ragguardevole valore del 15,1% in volume. Al termine del periodo di permanenza in legno (variabile in funzione degli effetti della maturazione, monitorata in corso), il risultato è un viraggio verso le eleganti unghiosità tipiche di questi invecchiamenti. Ogni edizione avrà una sua storia specifica, che sarà sinteticamente raccontata sul collarino delle bottiglie con un nome diverso e distintivo che, di volta in volta, ricalcherà quello di una delle tipologie di pietra che hanno alimentato e alimentano l’attività artistica nell’area Versilia-Apuane: per il battesimo della versione d’esordio è stata scelta la denominazione di STATUARIO, il marmo che è materia prima di base per il lavoro degli scultori: ogni scalpellata alla sua mole è il primo passo verso un nuovo percorso progettuale.
…alla degustazione
L’EDIZIONE STATUARIO si presenta con temperamento i cui dettagli si riferiscono ad un color bruno bronzeo, di aspetto limpido e di superficie liscia, canonicamente priva di schiuma. Le componenti olfattive raccontano di un aroma incline a caratteri ossidativo-liquorosi; alla base evoca sentori di calotta di dolce da forno, mandorla e amaretto, mou, liquirizia e tabacco, con sinuose curvature verso fichi disidratati, uva passa, miele e accenni delicati all’aceto balsamico. Si concretizza in un sorseggio caldo, dal corpo sostanzioso, scandito da una dorsale dolce che, a centro-bocca, trova un primo incontro equilibrante con una fine acidulità, mentre in chiusura si accompagna all’ulteriore effetto bilanciante di una venatura amaricante e tannica da cessioni legnose. Bicchiere consigliato lo snifter, il calice mignon da distillati.

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