La Camra chiude le porte alle birre con i nomi sessisti

great british beer festival

La Campaign for Real Ale (Camra) ha chiuso le porte alle birre con nomi o immagini sessiste al suo evento annuale di punta, il Great British Beer Festival appena concluso, una nuova mossa per reprimere gli atteggiamenti discriminatori.

Dal 6 al 10 agosto, si è svolto il festival delle birre più importante del Regno Unito: il Great British Beer Festival.

Ad organizzarlo da 42 anni la Compaign for Real Ale (Camra), l’associazione indipendente inglese di consumatori che ha lo scopo di promuovere le birre tradizionali britanniche e lo stile pub “british”.

Quest’anno la kermesse non è stata esente da polemiche per una scelta etica di grande coraggio.

Le bevande che portavano a stereotipi sessisti, come Slack Alice, un sidro descritto come una “bella biondina” (se non più dispregiativo) con donne in abiti succinti, sono state bandite dall’evento all’Olympia di Londra. Questo non ha fermato, anzi ha certamente incentivato, le migliaia di persone che sono accorse nei giorni passati.

Il divieto si allinea perfettamente al nuovo codice di condotta istituito dal gruppo lo scorso anno, ed è supportato da un nuovo sondaggio di YouGov. La società di ricerche britanniche ha rilevato che il 68% delle bevitrici non compra una birra se la strategia di marketing utilizza un linguaggio volgarmente “maschilista”.

I risultati suggeriscono che le donne britanniche stanno attivamente boicottando prodotti che riflettono atteggiamenti con immagini discriminatorie, associate a un’industria tradizionalmente dominata dagli uomini.

Tutte le oltre 1.000 birre e sidri disponibili al festival sono stati controllate con grande attenzione per assicurarsi che rispettino lo statuto e il rigoroso codice di condotta di Camra, che stabilisce il suo impegno per l’inclusione sociale e la diversità. Il festival ha scelto Stonewall come ente di beneficenza a cui fare donazioni.

La mossa di Camra nasce sulla scia del fiorente movimento #MeToo, in risposta allo scandalo Weinstein .

L’obbiettivo è eliminare il sessismo e fermare l’alienazione di un grande gruppo crescente di donne che bevono birra, birrai, lavoratori, sommelier e scrittori di settore.

L’anno scorso la Society of Independent Brewers (Siba) ha elaborato un nuovo codice di condotta per vietare il marketing ritenuto sessista e offensivo.

Abigail Newton, il vicepresidente dell’esecutivo nazionale di Camra, ha dichiarato: Le organizzazioni dei consumatori come Camra hanno un ruolo importante da svolgere nel far sentire le donne più accolte nel mondo della birra. Questa è la prima volta che abbiamo fatto una dichiarazione così audace con un divieto.

La Newtong ha continuato: E’ difficile capire perché alcuni produttori di birra scelgano attivamente di alienare la stragrande maggioranza dei loro potenziali clienti con materiale che potrebbe attrarre solo una percentuale minima e decrescente.

Dobbiamo fare di più per incoraggiare le consumatrici di birra, che attualmente rappresentano solo il 17% della popolazione, oltre il 50% del potenziale mercato. La birra non è la bevanda di un uomo o di una donna, è una bevanda per tutti. C’è un’enorme mole di lavoro da fare per superare stereotipi arcaici.

E’ fantastico che Camra abbia dato il proprio sostegno alle donne e contro il sessismo in questo modo. Purtroppo è molto triste che bisogna ancora farlo nel 2019, ha testimoniato la sommelier Sophie Atherton.

Sono sicura che verranno a galla le solite polemiche sulle donne senza il senso dell’umorismo e che dovrebbero riderci sopra, ma è una sciocchezza. Questa è la più alta forma di misoginia che diventa ancora più pericolosa in un ambiente in cui gli uomini, probabilmente, bevono molto.

“Lo ribadisco: le donne hanno il diritto di bere una birra in pace come gli uomini!”.

La writer di food&beverage Melissa Cole ha affermato che le aziende dovrebbero essere le prime a cercare di attrarre più donne per arginare la diminuzione calante del flusso di consumatori. Ciò significa che le immagini e la pubblicità rimangono gli strumenti più potenti nell’attrarre nuovi bevitori, ha sottolineato. Utilizzare immagini retrò degli anni Cinquanta o menzionare vecchie barzellette sessiste non è il modo di farlo. I peggiori colpevoli sono le aziende di sidro che stanno lanciano messaggi inappropriati, oserei dire lesivi per la salute psicologica.

Laura Emson, una volontaria al Great British Beer Festival di quest’anno al bar Boadicea, ha elogiato la ferma presa di posizione di Camra. Stando alla sua esperienza nel settore l’organizzazione meriterebbe un maggiore supporto.

Dieci anni fa mi offrì come volontaria per il festival. Mai avrei pensato a cosa sarei andata incontro. Per la prima volta fui costretta ad indossare una t-shirt che recitava l’indecente slogan “Per una vera boccata d’amore, ingoia”. L’umiliazione fu tale che reagì piangendo e sperando di andare a casa il prima possibile. Le cose vanno meglio, ma c’è ancora molta strada da fare.

Separatamente si sta muovendo una nuova campagna sostenuta dalla vincitrice del Great British Bake-Off Candice Brown. La mission è quella di esortare il governo a fermare la chiusura definitiva di tre pub al giorno, tagliando una tassa sulla birra alta.

Una nuova ricerca per la campagna Long Live the Local suggerisce che il Regno Unito potrebbe perdere uno su 10 (11%) dei suoi pub nei prossimi cinque anni, con la perdita di oltre 18.000 posti di lavoro. Ma tagliare l’imposta sulla birra solo del 2% – l’equivalente di 1 litro per litro – manterrebbe quei posti di lavoro sicuri.

Queste iniziative sono lodevoli per eliminare ciò che è “obsoleto”, “arcaico” e “anacronistico” ed entrare, con grande ritardo (ma si sa che l’homo sapiens ha tanta strada da fare nel processo evolutivo), nel nuovo millennio.

Se siete dei fanbeer, prendete l’aereo e andate a Londra!

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