Da misero cestino di fette di pane ad una proposta più ricca ed articolata… ma è aumentata anche la qualità e la varietà del pane? E quali problemi comporta per un locale un’offerta più articolata?
Demonizzato dagli estremisti delle privazioni a tavola, il pane sta vivendo una grande rentrée anche nei ristoranti stellati. Proposto home-made da chi ha una brigata di cucina in grado di fare buon pane, diventa un problema per locali che non hanno la stessa disponibilità ma non vogliono rinunciare ad un’offerta altrettanto valida.
Tutti i gestori sanno ormai che se il menu è il testimone al tavolo del locale, il pane è il suo biglietto da visita, la prima cosa servita prima di prendere la comanda, quella che già fornisce al cliente indicazioni su ciò che mangerà. Non basterà allora presentarlo su un vassoio elegante, nel divertente sacchetto di carta, su un rustico tagliere di legno, bisognerà offrire qualità e varietà.
Comunemente i locali si rivolgono ad un panettiere di fiducia ma generalmente ordinano un solo tipo di pane, non solo, è sempre difficile stabilire le quantità ed evitare gli sprechi. Ecco allora che un compagno prezioso può diventare il pane surgelato. Sempre disponibile, pronto in poco tempo, fresco e fragrante, il pane surgelato ha un solo obbligo: essere di grande qualità.
Fatta la giusta scelta, ogni gestore potrà sfiziarsi nel proporre pani diversi, per formato e ingredienti, addirittura secondo la stagionalità o le esigenze di salute del cliente. Un’ottima opportunità da saper cogliere.