A Chions, provincia di Pordenone, in via Malignani 9 visitiamo Zago Birrificio Agricolo e degustiamo le sue birre Le Agricole!
Creare birre non è certamente una novità per Mario Chiaradia, fondatore nel 1978 dell’azienda familiare Zago Birrificio Agricolo nel Friuli Venezia Giulia, che fin da subito iniziò a collaborare con produttori belgi di birre d’abbazia, divulgando così le birre non pastorizzate a rifermentazione naturale in bottiglia.
Arriva ad avere, nel 1995, birre a ricetta e a marchio propri: nasceva la linea HΨ, la prima birra a metodologia Champenoise.
A seguire nacquero le birre Edikt 1516, prodotte in Baviera secondo il Reinheistgebot, poi Le Naturali, birre quotidiane a lenta fermentazione.
Insomma in Zago c’è una vocazione alle birre “vive”, di elevata qualità, da offrire con ampia scelta di stili e gradazioni per la soddisfazione di tutti i gusti, anche i più ricercati, da degustare in accompagnamento al cibo, sia come ingrediente della ricetta stessa, ma anche perfette nel dopocena, con il dessert o come birre da meditazione.
Per questo il claim di Zago è “living beer passion”, sintesi di passione e impegno ma anche di valori come serietà, qualità, costanza.
Il mondo Zago è però in continua evoluzione, come le sue birre, così sei anni fa ha iniziato a coltivare l’orzo distico e cinque varietà di luppolo su terreni di proprietà allo scopo di brassare con proprie materie prime.
Nasceva Zago Birrificio, società agricola italiana, che produce birre artigianali, con l’orzo e il luppolo dei suoi campi situati a Taiedo (PN), nel suo stabilimento di Villotta di Chions, zona non scelta a caso ma per l’altro ingrediente fondamentale della birra, l’acqua, qui particolarmente pura e ricca di valori che la rendono ottimale per brassare.
Ad oggi la linea “Le Agricole” si compone di sei referenze, tutte birre ad alta fermentazione, il cui grado alcolico massimo non supera tuttavia gli 8 gradi.
L’immagine di Zago Birrificio è ancora una volta ben studiata perché trasmette immediatamente qualità ed eleganza grazie ad una comunicazione interamente disegnata a mano.
L’identità visiva prende spunto dalle illustrazioni a pennino del XIX secolo e rimanda all’idea di artigianalità e di buon gusto. Ve ne accenneremo nel descrivervi le 6 birre.
IPA, g.a. 5,5% vol., colore ambrato. Corpo persistente, sentori agrumati. L’etichetta raffigura le case dei sudditi inglesi in India, dove originariamente giungeva questa birra dall’ Inghilterra, ricca di luppolo per conservare il prodotto durante il lungo viaggio.
Italiana, g.a. 5% vol., colore giallo oro per questa ale dal gusto pieno, fresca e dissetante. Il paesaggio sull’etichetta rappresenta le abitazioni rurali d’Italia di inizio secolo, da cui prende spunto lo stile di questa birra.
Golden Ale, g.a. 6% vol., colore dorato, gusto morbido per una golden ale di ispirazione belga, confermata dall’etichetta che ritrae una cittadina belga, paese specializzato nella produzione di birra di questo stile.
Bianca, g.a. 5% vol., colore biondo leggermente opalescente, gusto fruttato e rinfrescante. Anche qui l’etichetta esprime il “senso” della birra in quanto raffigura un borgo caratteristico del sud Italia, luoghi dove sono presenti immense distese di cereali, da sempre utilizzati per la produzione di birra italiana.
Scotch Ale, g.a. 8% vol., colore rubino, gusto prolungato, rifermentata in bottiglia. Il paesaggio sull’etichetta effigia le malterie dove i chicchi d’orzo vengono trasformati in malto, attraverso la germinazione e la successiva essicazione.
Strong Ale, g.a. 7% vol., colore ramato, gusto intenso, una belgian ale rifermentata in bottiglia. Il paesaggio dell’etichetta qui mostra scenari di campagna belga, in cui questo stile birraio si degusta da meditazione o con piatti saporiti.